A parte la bellezza e la spiritualità dei luoghi visitati nel mio viaggio in Giappone, ricchi di cultura e tradizione, ciò che più mi ha colpito è che ogni passo fatto lì equivale a sfogliare una pagina di manga o vedere un fotogramma di anime.
Tra i tanti ricordi mi piace soprattutto ritornare con la mente a Tokyo dove, tra le tante bellezze e attrazioni antiche e moderne, per un appassionato di anime e manga si avvera il sogno di viverli.
Ho avuto la fortuna di passeggiare lungo i viali del giardino Shinjuku Gyoen e vi assicuro che è stato come entrare direttamente nel film di Makoto Shinkai, "Il giardino delle parole", come potete vedere nell'immagine di copertina.
Tra salici, glicini, ciliegi in fiore e l’immancabile gazebo in legno dove ripararsi dalla lieve pioggia, non ho potuto fare a meno di emozionarmi e capire ciò che provavano i due protagonisti incontrandosi in quel giardino pubblico nel cuore della metropoli.
Nel quartiere di Shinjuku invece, una delle aree più moderne di Tokyo, ho percorso la stessa strada e rivissuto le stesse atmosfere di alcune scene dell'anime Death Note.
Tra i molti grattaceli spicca il Tokyo Metropolitan Government Building, che è il municipio di Tokyo. Questo edificio è composto da due torri progettate dal famoso architetto Kenzo Tange e offre, al quarantacinquesimo piano, una panoramica mozzafiato su Tokyo che si vede in molti film.
Per me il momento clou del viaggio resta comunque quello vissuto ad Akihabara, il famoso quartiere di Tokyo conosciuto soprattutto per i tanti negozi di manga e tecnologia. Incarnazione di tutto ciò che è pensabile riguardo anime e manga, ad Akihabara la realtà supera l'immaginazione! Si rimane persi e spaesati in interi labirinti a più piani, stracolmi di manga, oggettistica e gadget a tema, tanto che non sai da che parte iniziare a guardare né cosa comprare!
Lì si vive a stretto contatto con un mondo surreale e prova ne sono anche i Maid Cafè. Pensati inizialmente solo per la clientela di appassionati di anime e manga, questi locali hanno incuriosito pian piano anche salarymen, cosplayer e otaku, riscuotendo un crescente successo e una certa notorietà, coinvolgendo in seguito un pubblico sempre più vasto che comprende anche liceali, mamme con bambini e moltissimi turisti.
La curiosità per questo posto è stata catturata per strada da una graziosa ragazza vestita molto carinamente da cameriera che sponsorizzava appunto uno di questi locali e che gentilmente, e molto festosamente, mi ha accompagnato fin dentro un Maid Cafè che si trovava all'interno di un enorme palazzo.
"Okaerinasaimase Goshujin-sama, Ojou-sama" letteralmente "Bentornati a casa signori e signore".È la frase di rito che viene rivolta ai clienti all'ingresso del locale da parte di una graziosa maid, una cameriera vestita in modo impeccabile con trine e merletti nell'abito corto e con le maniche a palloncino, proprio come è vestita Ayuzawa Misaki, la protagonista del manga Maid-sama! Una maid deve indossare accessori eccentrici, recitare con una vocina kawaii frasi che apparentemente non hanno un senso, fare mossettine buffe per divertire i clienti, essere gentile e dolce con loro e coinvolgerli in karaoke e balletti.
Ayuzawa Misaki Image credit: idntimes.com |
La mia esperienza al Maid Cafè è stata divertentissima. Una volta varcata la soglia di questi locali, ci si ritrova in un mondo impensabile. Gli arredi interni non sono uguali per tutti i maid café; alcuni hanno uno stile semplice e sobrio, come una comune caffetteria occidentale, ma altri lasciano davvero senza fiato.
I più curati e ricercati presentano uno stile casetta di Hello Kitty, un trionfo di colori pastello che spaziano dalle pareti al pavimento. Le sedie sono ornate con soffici cuscini possibilmente di colore rosa o fucsia. Alle pareti foto di cuccioli o di personaggi manga, e non mancano di certo lustrini e piumaggi vari, sempre in tinta con il resto degli arredi.
Image Credit: itsyourjapan.com |
Altri ancora prediligono i colori accesi senza eccedere con le tonalità stucchevoli del rosa, in un delirante mix di fantasie astratte o di motivi anni Settanta.
Per chiamare al tavolo la maid c'è una campanella in stile vittoriano; una volta illustrato il menu e scelte le consumazioni, la maid porta il cibo in tavola pronunciando la frase di rito: "oishii kunare, Moe Moe kyun", mentre muove le mani su ciò che si è ordinato. È un incantesimo
necessario che serve a migliorare il sapore dei cibi, guarniti direttamente al tavolo con disegni di animaletti fatti con il ketchup o con la cioccolata. Devo aver pronunciato bene la frase di rito perché il mio gelato era squisito!
Ho piacevolmente partecipato: dal cerchietto con orecchie da coniglietto in testa, alla frase, al balletto sul palco con tanto di mossettine rigorosamente kawaii e ormai Moe Moe è entrato a far parte dei miei ricordi più cari.
Purtroppo non ho avuto modo e tempo di entrare in un Butler café, locali dedicati esclusivamente alle donne e in cui il personale che serve ai tavoli è solo maschile. Il Butler, ovvero maggiordomo, riprende lo stereotipo del domestico inglese, quello che dà molta importanza alla sua cura esteriore. Ho saputo che un Butler café molto popolare fra le ragazze giapponesi si trova a Shibuya, dove i camerieri/maggiordomi sono solo stranieri; probabilmente in Giappone gli uomini occidentali vengono considerati più affascinanti e galanti di quelli orientali.
Al prossimo viaggio mi sono ripromessa di andarci!
Image Credit: animematsuri.com |
In effetti Black Butler, il manga/anime di successo che ha tra i protagonisti il famoso maggiordomo diabolico Sebastian, è ambientato non a caso nell'Inghilterra Vittoriana.
Certo girare a Tokyo non può che suscitare stupore e meraviglia. Questa caotica ma affascinante metropoli colpisce sicuramente i turisti con le sue stravaganze e sempre, senza ombra di dubbio, con la gentilezza e il sorriso di chi ci vive.
Ho realizzato una sorta di reportage fotografico visibile sulla pagina Facebook Wonderland Tales che racchiude le varie giornate trascorse in questo meraviglioso e lontanissimo Paese che suscita meraviglia e stupore per i suoi usi e costumi, i diversissimi paesaggi e anche per tutto ciò che da noi viene considerato “stravagante”.