Una mostra dell'Istituto Giapponese di Cultura in Roma che mi ha particolarmente colpito e che ho visto nel lontano 2019, è stata "Kimono ovvero l'arte di indossare storie".
Per approfondire la conoscenza culturale di un popolo, il vestire è stato sempre un dato importante insieme al mangiare e all'abitare. Nel caso della mostra l'abito diventa un modo di trasmettere messaggi, storie ed emozioni.
La mostra era divisa in quattro sezioni che rappresentano aspetti fondamentali della vita dei giapponesi: la spiritualità, l’attenzione per l’infanzia, il particolare rapporto con la natura e le stagioni, la storia e le tradizioni sociopolitiche del Giappone.
Tutti i kimono esposti provenivano dalla collezione di Lydia Manavello, iniziata una quindicina di anni fa e legata alla profonda passione per i tessuti e per il Giappone.
I suoi kimono rappresentano piccoli pezzi di storia come quelli dei primi quarant’anni del Novecento in cui sono presenti riferimenti alla cronaca degli anni fra le due guerre e in cui si notano le relazioni con la pittura e l’arte occidentale.
Due esempi su tutti sono il piccolo kimono da bambino che richiama un episodio della guerra fra Giappone e Cina del 1932 e l’appariscente kimono da donna a sfondo viola che ricorda l’Art Decò.
La collezione, oltre ai tanti kimono, vantava anche numerosi accessori, come calzature, fermagli per capelli, borse, bambole, aquiloni e un nutrito numero di libri, riviste ed illustrazioni che vanno dai primi dell’Ottocento alla prima metà del Novecento.
Oltre a rendere omaggio all’estetica dei kimono, la mostra spaziava dal contesto religioso a quello letterario e sociale ed impreziosita all’avvicendarsi di tre scuole di ikebana: l’arte di disporre i fiori in modo da creare ambienti che superano spazio e tempo.
Per il pubblico italiano il Giappone è una cultura fortemente iconica fatta di stereotipi come il kimono, ma pochi conoscono ciò che si nasconde dietro l’immaginario: il grande cambiamento nell’estetica stessa della società giapponese. La mostra “Kimono ovvero l’arte di indossare storie” raccontava la vitalità, l’ironia e la creatività di un Giappone nuovo sempre però attento alla cultura tradizionale.
0 Commenti